Avviato il campionamento delle deposizioni umide presso l’osservatorio di Monte Curcio per la determinazione del mercurio

L’osservatorio di Monte Curcio, posto a circa 1800 m sul livello del mare nell’altopiano della Sila Grande (Calabria), svolge attività di monitoraggio atmosferico nell’ambito del Global Atmosphere Watch dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (GAW-WMO e rappresenta una delle stazioni aderenti al Global Mercury Observation System (GMOS). In entrambi i casi, si tratta di reti osservative a scala globale, la prima con l’obiettivo di valutare lo stato di “salute” complessivo dell’atmosfera attraverso la sua caratterizzazione chimico-fisica, la seconda con un focus specifico volto alla conoscenza sulla presenza e distribuzione del mercurio in diverse matrici ambientali.

Il mercurio è l’unico metallo che a temperatura ambiente si presenta sotto forma di liquido, con colore bianco-argenteo lucente, da cui anche il suo nome di “argento vivo”. È un elemento naturalmente presente nella crosta terrestre sotto forma di minerale cinabro. La sua dispersione nell’ambiente è aumentata a seguito del suo maggiore impiego in diverse applicazioni industriali oltre che in vari prodotti, tra cui alcuni ad ampio uso fino a soli pochi anni fa, quali ad esempio i termometri o l’amalgama dentale. Dal 2017 è in vigore un trattato internazionale, cui aderisce anche l’Italia, che prende il nome dalla città giapponese, Minamata, dove per la prima volta fu riconosciuto l’avvelenamento da mercurio. Scopo della convenzione di Minamata è ridurre l’esposizione al mercurio, attraverso il controllo e la riduzione delle attività responsabili del suo maggiore rilascio nell’ambiente.

Per le proprietà che lo caratterizzano, il mercurio è stato riconosciuto come inquinante globale, capace di produrre rilevanti effetti negativi sulla salute umana. Una volta rilasciato in ambiente, è soggetto a trasformazioni complesse che ne determinano la re-distribuzione tra aria, suolo e acqua. In atmosfera è in grado di essere trasportato per lunghe distanze, depositandosi anche molto lontano dal luogo di emissione. Raggiunti gli ecosistemi acquatici, una volta trasformato in forma organica, è soggetto a bioaccumulo ed a biomagnificazione lungo la catena trofica. Il consumo di pesce di grossa taglia ne rappresenta infatti una tra le principali fonti di esposizione per l’uomo.

In tale contesto, l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA) ha svolto un ruolo di leadership, in ambito sia europeo che internazionale. Ha infatti coordinato numerosi progetti, nonché gruppi di lavoro in convenzioni e programmi ambientali, creando così i presupposti per costruire ed avviare nel 2010, una rete di stazioni di monitoraggio a scala globale – il sistema GMOS – per rilevare le concentrazioni di mercurio presenti in atmosfera e nelle deposizioni.

L’osservatorio di Monte Curcio, sin dalla sua costituzione nel 2015, contribuisce alla rete GMOS, fornendo inizialmente misure sulle concentrazioni in atmosfera di mercurio gassoso totale (TGM), alle quali sono subentrate le misure integrate di mercurio elementare gassoso (GEM) e delle altre due specie presenti in atmosfera, ovvero il mercurio ossidato gassoso (GOM) e il mercurio associato al particolato fine (PBM). Di recente l’osservatorio si è dotato anche di opportuno deposimetro per la raccolta delle precipitazioni umide (pioggia e neve). I campioni vengono raccolti presso Monte Curcio e poi analizzati nei laboratori della sede di Rende del CNR-IIA, seguendo i protocolli standard condivisi e adottati nell’ambito della rete GMOS e basati sulle normative europee vigenti.

I dati inerenti alle misure di mercurio nelle deposizioni umide raccolte a Monte Curcio andranno ad arricchire coerentemente i dataset finora acquisiti dalla rete di riferimento GMOS, la cui interpretazione sarà utile per una migliore comprensione riguardo le dinamiche e i processi che influenzano il trasporto e il destino del mercurio, a scala regionale e globale.

Monte Curcio Observatory

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